29 GENNAIO
(prima parte)

La navigazione, iniziata all'alba, si è conclusa con l'attracco a Cos anziché a Kena, come previsto, perchè sul Nilo si era formata una secca. La cittadina di Kena è il luogo di sosta abituale per le navi già organizzata con i pullman che portano a Dendera ed a Abydos. Nonostante questo inconveniente l' agenzia ribattezzata "Turisandra", dal nome della nostra efficiente accompagnatrice, è riuscita a procurarci lo stesso i mezzi per raggiungere le mete odierne, anche se abbiamo dovuto rinunciare a comodi pullman per sgangherati pulmini.

Alcune persone hanno preferito rimanere in nave perchè ancora indisposte e sono andate a fare un giro nel mercato di Cos. Ci hanno raccontato che gli abitanti li guardavano con curiosità e che il personale della nave discretamente controllava che non succedesse niente di "strano". Girando per i vicoletti hanno avuto modo di vedere, anche se per breve tempo, qualche stralcio di vita quotidiana degli egiziani di questo paese normalmente al di fuori dei circuiti turistici, senza le inevitabili mascherature del turismo organizzato. E' evidente che quello che gli è rimasto più impresso è la miseria e la scarsezza di igiene per le strade e sulle bancarelle.

Ma ritorniamo a noi e all'avventura (possiamo chiamarla proprio così) del viaggio da Cos a Dendera e Abydos e ritorno. Su strade non perfettamente tenute, gli autisti andavano a velocità folli, per non essere da meno ai loro colleghi del Cairo, e noi abbiamo fatto circa 300 chilometri tra lo spaventato e il divertito, sobbalzando di qua e di là.

Dendera è l'antica Tentyris dell'antichità, qui era venerata Hathor, la dea dell'amore, della gioia e del divertimento (la dea preferita da Amr) e qui sorge il tempio principale a lei dedicato. Hathor è venerata sotto forma di vacca o di donna con corna e/o orecchie di vacca. Gli antichi egizi scelsero questo animale come suo simbolo perchè ha come la donna una gestazione di 9 mesi. Il Tempio di Hathor è un tipico esempio di tempio tolemaico. Così come lo vediamo oggi fu costruito sotto l'imperatore romano Tiberio ma la sua origine era molto più antica. Superata la porta monumentale si entra in un cortile in fondo al quale si trova la facciata della sala ipostila. Quest'ultima è formata da 6 colonne con capitelli hathorici (che raffigurano il volto della dea) divise in due gruppi. A ognuna di esse ne corrisponde una fila di tre all'interno della sala, formando due gruppi di nove colonne.



In tutte le decorazioni compare il re Tiberio alla presenza della dea (sola o accompagnata dal figlio). Il soffitto è purtroppo molto annerito perchè durante i vari secoli di decadenza fu usato come rifugio di pastori che vi accendevano il fuoco; nonostante questo si intravedono raffigurazioni di tipo astronomico in quanto nella concezione egizia il soffitto rappresentava il cielo. Nel tempio vi sono 12 cripte di cui una sola è visitabile (vedi foto). Si scende per una botola in una stanza angusta e poco illuminata ma che conserva dei pregevoli rilievi su una parete. In particolare ricordiamo la collana di Cleopatra, l'aspide che l'uccise e un bellissimo falco.



Proseguendo nella visita, molto interessante è stata una camera col soffitto decorato con i segni dello zodiaco tutti racchiusi dalla volta celeste rappresentata dal corpo sottile e arcuato, cosparso di stelle, della dea Nut (dea del cielo). Questo è l'unico tempio fin qui visitato in cui si ha l'opportunità di salire sul tetto a terrazza dove si gode una bella vista sui dintorni. Finita la visita prima di ripartire per Abydos abbiamo fatto un giro attorno alle mura dove si trova una raffigurazione di Cleopatra.