23 GENNAIO

Stamattina saremmo dovuti partire per Assuan, ma già ieri Sandra ci aveva avvertiti che il programma avrebbe subito una variazione. Per motivi tecnici la partenza dell'aereo è stata ritardata alle ore 15.30 circa. Abbiamo avuto a disposizione quindi una mattina in più da trascorrere liberamente al Cairo.

Noi abbiamo preso un taxi dello Sheraton e siamo andati a visitare il quartiere cristiano-copto. L'autista è un tipo simpatico che parla in modo strano: un misto di italiano, francese e inglese. Durante il viaggio di andata, si è fermato improvvisamente per comprare tre patate dolci cotte alla brace lungo la strada (in fornelli di fortuna dentro a bidoni) e ce le ha offerte. Noi, per la verità siamo rimasti un po' titubanti, sorpresi dal gesto gentile e sospettosi per via dell' igiene, ma le abbiamo mangiate lo stesso, dopo averle pelate, temendo di urtare la suscettibilità del taxista. Francamente erano buone. (E le bucce dove le abbiamo messe? Ma fuori dal finestrino, naturalmente, come ha fatto l'autista). Dopo essere arrivati al Cairo Vecchio, l'autista si è offerto di farci da guida per portarci alle chiese copte. Noi abbiamo accettato sia per sfruttare meglio il tempo a disposizione, sia perchè questo quartiere è semi-deserto, al di fuori delle mete turistiche abituali, e con lui ci sentivamo più tranquilli.

Nell'atrio del convento di San Giorgio c'è un mosaico, formato da tessere di ceramica, che raffigura il Santo nell'atto di uccidere il drago. L'accesso agli altri ambienti ci è stato impedito da una suora visibilmente contrariata dal fatto che non eravamo a piedi scalzi. Poi abbiamo visitato la chiesa di San Sergio, di origini antichissime: fu fondata tra la fine del IV e l'inizio del V secolo ma fu ricostruita nel XI secolo. Al momento l'abbiamo trovata alquanto sottosopra per lavori di restauro. Secondo la tradizione, vi avrebbe trovato rifugio la Sacra Famiglia durante la fuga in Egitto. L'ultima chiesa copta visitata è la chiesa di Santa Barbara, ricostruita contemporaneamente a quella di San Sergio. All'interno si stava svolgendo una funzione religiosa: dei sacerdoti vestiti di bianco suonavano dei piccoli strumenti a percussione. Siamo usciti quasi subito, perchè eravamo imbarazzati. Infine siamo andati alla Sinagogga che risale al XII secolo ed è in buono stato di conservazione. Quello che ci ha colpito di più è stato uno strano ometto magro che parlava italiano (oltre ad altre lingue) molto velocemente con una strana pronuncia. Ci ha spiegato, alla sua maniera, le caratteristiche della sinagoga e noi fingevamo di capire. La cosa più esilarante era che persino il nostro taxista cercava di tradurci l'italiano dell'ebreo. Abbiamo comprato un opuscolo e il nostro accompagnatore ci ha fatto una foto.

Due cose ci hanno colpito principalmente: il silenzio e la tranquillità dei vicoli di questo quartiere che nettamente si differenziano dal caos del resto del Cairo. Mentre noi ne eravamo affascinati, il nostro autista ci ha confidato di preferire la Cairo moderna perchè più viva di questa. Siamo tornati in albergo abbastanza presto, dopo aver immortalato il nostro cicerone in una fotografia, perchè alle 11.00 dovevamo mettere le valigie fuori dalla camera.

Abbiamo pranzato al ristorante dell'hotel Movempic a Heliopolis. La partenza in aereo per Assuan era fissata per le ore 15.30, invece, a causa di disguidi "tecnici" siamo rimasti nella sala d'attesa fino alle ore 19.30. Ufficialmente la causa del ritardo era dovuta al fatto che durante i controlli di routine prima del decollo, i tecnici avevano riscontrato un'avaria. Molto più probabilmente era una scusa per evitare di far partire l'aereo mezzo vuoto, il che si verifica abbastanza frequentemente nei voli interni, anche se di linea. Per il disguido, la direzione dell'aeroporto ha offerto la possibilità di rinfocillarsi al bar presentando la carta d'imbarco. Il ritardo, rapportato alla partenza prevista inizialmente dal programma (cioè stamattina) è stato talmente lungo che Amr, il quale ci aveva lasciato la sera prima (per Abu Simbel infatti è sempre prevista una guida locale) si è ritrovato a partire insieme a noi. L'effettivo decollo è avvenuto alle ore 19.45 e l'arrivo ad Assuan alle ore 21.00 circa. Dopo una breve sosta per le solite formalità siamo saliti sul pullman alle 21.15 diretti ad Abu Simbel. Abbiamo mangiato in viaggio grazie al packet-lunch rimediatoci dall'albergo in cui dovevamo cenare. Benché fossimo stanchi morti, non siamo riusciti a dormire perchè siamo rimasti affascinati dal cielo del deserto che stavamo attraversando: nero come l'inchiostro e fittamente costellato di stelle. Finalmente a mezzanotte siamo giunti all'albergo Nefertari e dopo il solito rituale "obbligatorio" del karkadè, la distribuzione delle chiavi e la prenotazione della sveglia per l'alba, ci siamo coricati vestiti per essere già pronti all'imminente levata mattutina.