21 GENNAIO
(prima parte)
La mattina abbiamo conosciuto la nostra guida egiziana: si chiama Amr (detto Armando) è laureato in archeologia : specializzato in egittologia filone turismo ed è stato due anni a Milano per perfezionarsi nella nostra lingua.

La prima escursione del viaggio è stata alle piramidi di Ghiza. La più grande è quella del faraone Cheope, detta anche "la grande piramide". L'interno è visitabile ma artisticamente di scarso interesse per la mancanza di decorazioni. Inoltre il corridoio di accesso alla camera funeraria, contenente solo un sarcofago di granito, è stretto e basso, quindi difficilmente praticabile. L'aria è irrespirabile data la grande affluenza di visitatori, per cui sono pochi quelli che riescono a completare la visita. Noi abbiamo tentato ma non ce l'abbiamo fatta.



La piramide più piccola è quella dedicata al faraone Micerino. L'ultima è la piramide di Chefren, la cui caratteristica più saliente è quella di conservare, nel vertice, la copertura originaria quasi intatta ( v. foto). Ai suoi piedi si estendono le rovine del tempio funerario in granito rosa fra cui domina la Sfinge.

La sfinge è una statua colossale: misura m. 57 in lunghezza e m. 20 in altezza, rappresenta il faraone Chefren, con corpo di felino, in atto di vegliare sulla propria necropoli. Simbolicamente quindi, è il connubio tra l'intelligenza umana e la forza bestiale; la carica emozionale che questa immagine trasmette è talmente forte, che uomini appartenenti a un tempo e a una cultura completamente diversi, come gli arabi, la chiamano ancora oggi: Abu el-Hol cioè "Padre del Terrore". Una stele posta fra le zampe anteriori racconta che il re Thutmosis IV ricevette in sogno dal dio (Chefren divinizzato) l'ordine di liberarlo dalla sabbia nella quale minacciava di affondare. Attualmente è in restauro, solo la testa è fortunatamente libera dalle impalcature.



Secondo gli antichi egizi, le piramidi erano dotate di una vera personalità. Così la piramide di Cheope è chiamata "Cheope è uno che appartiene all'orizzonte", la piramide di Chefren: "Chefren è grande" e quella di Micerino: "Micerino è divino". La piramide quindi, si immedesimava con il re ed era oggetto di venerazione. Ancora oggi, portandosi ai piedi di una piramide non ci si stupisce che le sue dimensioni sovrumane potessero evocare l'immensità della potenza divina, incarnata nel faraone. Queste forme di sepoltura sono state usate durante l'antico regno (2705-2225 a.c.), un periodo fervido di creatività che ci ha lasciato i più insigni capolavori dell'arte egizia.



Dopo l'escursione a Ghiza abbiamo fatto una sosta all'Istituto del Papiro, dove sono esposti disegni su papiri fabbricati con metodi antichi e dipinti da studenti universitari. Abbiamo comprato 5 papiri con certificato di garanzia, infatti ne circolano tanti di fasulli. Il pranzo-buffet è stato consumato "interamente" al ristorante dell' hotel Ramada a Ghiza.