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29/05/2010 sabato - Io e Marco
Quando si alza la mattina oppure quando torna a casa, lui mi saluta e ci guardiamo negli occhi. Per gli umani è normale guardarsi negli occhi con le altre persone ma per noi gatti no. Non mi capita spesso di farlo perché è un gesto di sfida, serve per far capire che siamo più forti. Con Marco è diverso perché lo facciamo per comunicare ad un livello più profondo, telepaticamente. Un'altra cosa. Io con lui "parlo" anzi miagolo di più e più a lungo che con gli altri componenti della famiglia con i quali mi limito a segnalare l'assenza di cibo nella ciotola se abbiamo sforato l'orario o poco altro. La mattina quando Marco si alza e viene in cucina per fare colazione, io mi accascio ai suoi piedi e comincio a fare ron ron e a strusciarmi tutto sulle sue scarpe. Quando si alza da tavola gli indico la ciotola dove ci sono ancora delle crocchette che mi ha dato Paolo poco prima e Marco me le muove così io ritorno a mangiare. Come scuote le crocchette Marco... Mi piace anche condividere gli spazi con lui. A Marco piace meno perché ama stare comodo con tanto spazio attorno ma mi sopporta. Raccontano gli umani grandi, Paolo e Cristina, che Marco telepaticamente riusciva a far fare a Pompeo delle cose. Ad esempio lo faceva entrare nella lettiera prima di un viaggio o addirittura a farlo entrare nella cassetta senza ghiaia quando doveva fare l'esame dell'urina, nonostante tutta la sua diffidenza. Io credo nella telepatia... per forza sono un gatto! |