29/05/2010 sabato - Io e Marco

è tanto tempo che non ti scrivo ma durante questo lungo inverno che si è protratto per una buona parte della primavera non avevo voglia di fare nulla se non oziare o giocare un po' con i miei amici o anche da solo con gli oggetti sparsi in giro lasciati per me: palline di materiali vari, macchinine e altri giochetti, ecc.

Come già sai la primavera è molto piacevole da passare sul terrazzo e io sono ormai diventato il padrone. Ogni cosa che si muove a me interessa. Così noto cosa fanno i vicini o gli uccellini o anche sento le foglie che si muovono col vento o cadono.


Finalmente a fine maggio è tornato il bel tempo, anche se spesso interrotto da temporali, e mi è venuta l'energia giusta per rimprendere questo dialogo con te.
Di quello che faccio in terrazza te ne ho già parlato. Oggi voglio raccontarti invece lo straordinario rapporto che c'è tra me e Marco. Io e Marco abbiamo un legame particolare rispetto agli altri membri della famiglia, molto probabilmente perché Marco è dotato di una sensibilità extra-sensoriale più sviluppata. Noi comunichiamo con il linguaggio, con il corpo ma anche, e soprattutto con lo sguardo (telepatia?!).

Quando si alza la mattina oppure quando torna a casa, lui mi saluta e ci guardiamo negli occhi. Per gli umani è normale guardarsi negli occhi con le altre persone ma per noi gatti no. Non mi capita spesso di farlo perché è un gesto di sfida, serve per far capire che siamo più forti. Con Marco è diverso perché lo facciamo per comunicare ad un livello più profondo, telepaticamente.



Un'altra cosa. Io con lui "parlo" anzi miagolo di più e più a lungo che con gli altri componenti della famiglia con i quali mi limito a segnalare l'assenza di cibo nella ciotola se abbiamo sforato l'orario o poco altro.
La mattina quando Marco si alza e viene in cucina per fare colazione, io mi accascio ai suoi piedi e comincio a fare ron ron e a strusciarmi tutto sulle sue scarpe. Quando si alza da tavola gli indico la ciotola dove ci sono ancora delle crocchette che mi ha dato Paolo poco prima e Marco me le muove così io ritorno a mangiare. Come scuote le crocchette Marco...

Mi piace anche condividere gli spazi con lui. A Marco piace meno perché ama stare comodo con tanto spazio attorno ma mi sopporta.

Raccontano gli umani grandi, Paolo e Cristina, che Marco telepaticamente riusciva a far fare a Pompeo delle cose. Ad esempio lo faceva entrare nella lettiera prima di un viaggio o addirittura a farlo entrare nella cassetta senza ghiaia quando doveva fare l'esame dell'urina, nonostante tutta la sua diffidenza.

Io credo nella telepatia... per forza sono un gatto!