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Chi è entrato in questa pagina sicuramente è rimasto colpito
dal mio aspetto (in effetti non sono affatto male!) oppure dalla curiosità di conoscere
il gatto ideatore del sito.
Mi chiamo Pompeo e sono un gatto di media “stazza”, peso
infatti 5,4 kg, il mio pelo è colorato come quello dei Siamesi ma medio-lungo e ho
due occhi azzurri molto espressivi. Sono uguale ad un Balinese ma senza pedigree oppure ad un Sacro di
Birmania senza guanti né calzini bianchi.
Mia madre e mio padre erano siamesi
a pelo corto e si dice che mia nonna “siamese pura” sia tornata incinta dopo una
scappatella. Cose che succedono anche tra i felini! |
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Sono nato il 6 marzo 1991 a Bologna nell’appartamento dove
vivevano i miei genitori con gli umani Claudio (fratello di Paolo), Patrizia e
il loro figlio Diego.
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Ho vissuto quindi i primi due mesi insieme alla mamma, ai
miei tre fratellini e, cosa che non capita a tutti, al mio papà poi sono stato
adottato da Paolo e Cristina ed esattamente il 4 maggio sono andato a vivere
con loro.
(nella foto: mamma in primo piano e papà dietro)
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A
dire la verità Paolo e Cristina non
avevano la minima
intenzione di prendere un cucciolo di gatto in casa. Fin da ragazzi
avevano posseduto al massimo dei pappagallini e semmai avrebbero
tanto voluto un cane ma i rispettivi genitori non lo hanno mai
permesso.
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Io però li avevo già scelti e ho cercato di mettere in opera
tutto il mio “savoir faire” per non lasciarmeli scappare. Avevo già
capito che
potevano essere gli umani giusti per me, molto facili da addomesticare.
(sono io vicinissimo alla mia mamma)
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Devi sapere che ogni fine settimana andavano a cena dai
genitori di Paolo, Carla e Davide, che abitavano sullo stesso pianerottolo del
fratello, e, naturalmente, data la novità della cucciolata, venivano sempre a trovarci
per vedere come crescevamo e per “spupazzarci” un po’.
Io già mi facevo notare rispetto ai miei fratellini perché
ero l’unico ad avere il pelo lungo e, essendo noi siamesi da piccoli molto
bianchi, sembravo un batufolo di cotone. Oltre a questo mi avvicinavo sempre a
loro facendomi coccolare con molta pazienza e tiravo fuori la mia arma segreta:
il profumo di talco.
Settimana dopo settimana si sono affezionati a me, un
piccolo morbidissimo batufolo profumato con grandi occhi dolci, e non è stato
difficile per Patrizia convincerli ad adottarmi. Così, quando è arrivato il momento
giusto, mi hanno portato a casa loro.
(nella foto Cristina con tutta la cucciolata che piano piano le era salita sopra)
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Sono un gatto cane perché, quando non dormo, seguo i miei
amici, soprattutto Cristina, dappertutto e quando dico dappertutto, intendo
proprio dappertutto.
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Se è in cucina in piedi che prepara da mangiare io le
salto sulla spalla e mi ci accoccolo. Siccome non so volare non mi basta un
salto solo, devo quindi appoggiarmi con le zampette da qualche parte sul suo corpo con “sommo
umano gaudio”.
Da piccolo la sua spalla era sufficiente ora che sono 5,4 kg
l’operazione è un po’ più difficile e così tendo a scivolare e devo affondare
gli artigli da qualche parte per rimanere in vetta.
Questa cosa non va molto
a genio agli umani che cominciano a gridare. Eh che sarà mai!
Quando Cristina era incinta di Marco, durante le visite i
dottori le chiedevano allarmati cosa fosse successo alle sue gambe perché erano
piene di graffi…
Se si siede sul divano, io le salto sulle gambe e così mi
coccola.
Se si siede ad un tavolo per leggere o scrivere io mi
posiziono esattamente sopra la carta occupando più posto possibile e così mi
coccola – anche solo per provare a spostarmi.
Se si sdraia sul letto io mi corico sopra di lei più in alto
possibile vicino alla faccia. Lei mi coccola e cerca di spostarmi un po’ più
giù.
Pensa che è allergica ai gatti. Mi dice sempre che sono il suo “allergene”
preferito. Certo che rispetto agli acari non ci vuol tanto!
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Lo faccio anche con Paolo ma un pochino meno, lui è geloso e
a volte mi prende sopra di lui. Io sto lì un po’ tanto per accontentarlo ma con
la coda dell’occhio guardo Cristina e alla prima occasione con nonchalance mi
sposto.
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Se Cristina va in bagno la seguo e se rimane
seduta a lungo
sulla tazza ci salto sopra. Lei ormai si è abituata e mi usa da poggia
giornalino con cruciverba.
A volte invece mi metto sopra la lavatrice e la
osservo attentamente (come nella foto)
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Siccome sto sempre appiccicato alle gambe dei miei umani
ogni tanto mi prendo qualche pestata alle zampe anteriori. In questo caso
miagolo forte con tono di disappunto, alzo e piego la zampina che mi fa male e
li guardo facendoli sentire in colpa. Loro mi prendono in braccio, mi danno
tanti bacini sulla zampetta e mi accarezzano fino a quando improvvisamente dimentico l'accaduto, cambio
espressione e mi divincolo saltando giù.
Sono però anche un gatto gatto nel senso che mi comporto
come un gatto indipendente che sa il fatto suo. |
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Se mi chiamano, non accorro e non rispondo nemmeno. Se mi
cercano anche insistentemente, sto immobile nel posto dove sono e non respiro
quasi per non dare nessun indizio della mia presenza.
Quando mi scoccio di essere accarezzato o pettinato o di
giocare, lo faccio capire e se il linguaggio del corpo (coda che sbatte,
orecchie indietro, ecc.) non è sufficiente, mordo nasi, graffio mani e scappo a
gambe levate.
Ogni tanto improvvisamente senza sapere perché mi viene da
correre all’impazzata. Avete presente Garfield come viene disegnato quando
corre? Muove le zampe velocissime formando un cerchio e in curva sbanda di
brutto andando a sbattere contro la parete. Io faccio uguale e i miei amici
ridono di gusto quando mi succede.
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E
dormo
dormo
dormo
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tante
tante
tante
ore
al giorno
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Amo giocare anche in modo pesante, nel senso che mordo e uso
le unghie quando sono molto eccitato. Con Paolo e Cristina mi piace fare tanti giochi insieme, ad
esempio: il "lancio del gatto", "passa al gat - ciapa al
gat", il "dondolo" e il "sacco".
Nel "lancio del gatto" mi prendono in braccio e mi lanciano sul
lettone e poi scappano. Se voglio giocare ancora mi ricompongo velocemente, li
inseguo e mi faccio acchiappare di nuovo, altrimenti rimango steso sul letto per
riposarmi.
Quando giochiamo a "passa al gat - ciapa al gat" i miei amici mi
prendono in braccio e mi passano tra di loro più volte pronunciando la frase
appropriata.
Il gioco finisce quando mordo il primo braccio che mi capita a
tiro e salto giù.
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Quando Cristina e Paolo disfano il lettone mi fanno dondolare sopra le lenzuola
ripiegate (il "dondolo") oppure mi avvolgono nelle lenzuola e io devo
cercare di liberarmi e scappare (il "sacco"). Naturalmente in questo ultimo gioco sono un maestro (il mago Houdinì in confronto
era un pivello!).
A volte mi infilo sotto la coperta del letto e rimango lì
fermo immobile. I miei amici quando passano vedono la bugna ma fanno finta di
niente e mi chiamano. Io rimango fermo e zitto e allora Paolo o Cristina mi
cominciano a spingere il corpo dicendo “non sarà mica qua? No, è impossibile!”
fino a scovarmi e a coccolarmi.
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Mi piacciono le palline di carta, sono stato
imprintato da Patrizia che mi lanciava le palline fatte con il
pacchetto di sigaretta finito. Mi piacevano perché avevano un bel suono ma
vanno bene anche le palline di carta semplici.
I miei amici mi chiamano
"Pagliuchino" perché mi piace afferrare con le zampe anteriori la
pallina come fa un portiere.
A volte riporto la pallina vicino a Paolo
o a Cristina per farmela ritirare.
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Approfittando della mia bontà i miei umani
mi travestono a volte con mantelli e copricapi.
Io li lascio fare per
un po', anche loro hanno diritto a giocare.
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Quando voglio che mi facciano qualcosa (ad esempio: darmi da
mangiare, aprire la portafinestra per andare in terrazza, giocare con me, ecc.)
mi metto seduto, li guardo intensamente lanciandogli un "messaggio
telepatico" e aspetto.
Devo dire che non sempre funziona (gli umani si sa, hanno dei limiti), in quel
caso ricorro ai miei miagolii. |
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Non parlo cioè non miagolo tanto, ma quando lo faccio, uso diverse
intonazioni. Non faccio quasi mai "miao" ma più spesso
"mao" e quando ho aspettato troppo, prolungo la durata del suono:
"maaaoooooo" e, nei casi estremi, aggiungo anche una bella u: "miaoooouuuu".
A maggio 1994 è arrivato in casa un cucciolo d'uomo di nome
Marco e il livello di attenzione nei miei confronti è sceso considerevolmente,
come dite voi umani, “dalle stelle alle stalle”.
Non voglio essere drammatico
però mentre prima ero solo io il pupo di casa ora era arrivato questo piccolo
frignante e i primi tempi Cristina era un po’ in crisi perché non riusciva a
riposare bene e ad organizzarsi e mi aveva messo in secondo piano.
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Avrete già capito che non sono un tipo a cui piace essere ignorato a
lungo e così ho pazientato qualche giorno poi ho inviato un segnale non
telepatico.
Diciamo che ho utilizzato un linguaggio non verbale, e tutto è tornato come prima o quasi.
Cos'ho fatto? |
Ho fatto una bella “pisciatina” sotto la sedia di Cristina.
Chi vuol capir, capisca!
Cristina e Paolo hanno capito e invece di sgridarmi mi
hanno fatto tante coccole e da allora non hanno più smesso e io non ho avuto
più bisogno di esprimere nuovamente il mio disappunto.
In fatto di cibo sono un tipetto "particolare",
pensate che mangio più cose adesso in età avanzata di quando ero piccolo. Paolo
e Cristina sospettano che
durante il trasloco, avvenuto nel 2000, abbia avuto
paura di essere abbandonato e per questo sia diventato più accondiscendente.
Amo il nasello, il pollo, ma anche le castagne, il mais dolce, i fagiolini e
gli zucchini. Odio tutte le scatolette per gatti e quasi tutte le crocchette.
Me ne piace solo un tipo particolare molto costoso (non posso fare pubblicità).
Da quando sono "over 8" il veterinario mi ha messo a dieta: solo
crocchette tipo senior o light. Non c'è gusto, che palle!
Quando i miei amici umani mangiano qualcosa di mio gradimento, però, metto da
parte i "messaggi telepatici" e passo all'azione salendo sulla sedia
e mettendomi a "tavola" con loro.
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Nella foto sono con Alice, arrivata in famiglia nel settembre del 2000.
Io e
Alice stiamo aiutando la mamma in cucina, si fa per dire. |
Cosa dire sull'amore? Non posso dire molto ma in fondo mi
considero abbastanza fortunato perché ho convissuto con una micetta certosina
di nome Cleopatra per una settimana intera (dal 30 gennaio al 4 febbraio 1992).
Meglio che niente!
Purtroppo non è rimasta incinta, si è scoperto tempo dopo
che non poteva avere cuccioli.
Peccato, chissà come sarebbero diventati! |
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Dovete sapere che noi gatti aneliamo prima di tutto andare
nei posti proibiti.
In casa il posto proibito era diventato il lettone di Paolo e Cristina
perché Cristina dopo un annetto di convivenza con me era diventata allergica
agli epiteli di gatto (prima lo era solo a graminacee e acari della polvere).
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Hanno provato a studiarle tutte.
Tenevano la porta della
camera chiusa durante il giorno ma alla prima distrazione umana io ci
sgattaiolavo dentro.
Quando venivo scoperto scappavo via a gambe levate perché
sapevo bene che era proibito (non è che i gatti non ubbidiscono perché sono
stupidi ma è perché non vogliamo ubbidire). |
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Durante la notte tenevano la porta chiusa e io chiedevo
sempre l’apertura tutte le notti andando a sbattere la mia zampa a mo’ di toc-toc
e miagolando.
D’estate avevano anche escogitato un sistema per tenere la porta
chiusa ma nello stesso tempo far passare l’aria. Strano è? I miei umani sono
abbastanza intelligenti per essere umani. Avevano nella stanza una
porta vecchiotta con un vetro smerigliato al centro e così avevano smontato la
porta, tolto la lastra di vetro e messo al suo posto una retina di plastica
verde.
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Ingegnoso davvero! Peccato che non abbiano tenuto conto del
fatto che con la rete mi avrebbero sentito di più e io da “filibustiere” quale
sono, cosa facevo? Stazionavo subito fuori dalla porta, li guardavo attraverso
la rete e cominciavo a miagolare sommessamente dando dei colpetti sulla porta a
intervalli regolari.
Avete presente l’effetto goccia quando perde il rubinetto?
Nemmeno un santone indiano avrebbe resistito.
Chi ha vinto la battaglia, l’avete già capito. |
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Oltre a mangiare, dormire, giocare, mi piace fare il bagno.
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L'acqua mi ha
sempre attratto e non ho paura né del telefono della doccia né del
phon, se non fa troppo rumore.
Gli schizzi però mi danno molto fastidio. |
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Mi piacciono le piante anche se a volte sono un po' invadente, ad
esempio, mi piace sdraiarmi sopra i vasi lunghi.
Alle piante piace meno
la mia presenza... |
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Mi piace farmi pettinare o spazzolare
da Cristina o dalla nonna.
Dopo divento bellissimo e morbidissimo. |
Da
Alice mi piace un po' meno farmi pettinare. Sto un po' sul chi va là.
E' troppo piccola
e non ancora molto addestrata. |
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Mi piace infilarmi dappertutto e stare nascosto fino a che non mi scovano. |
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Mi piace dormire sul divano col
nonno e stare in braccio a Cristina
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Mi piace
l'albero di Natale... |
Odio quando i miei amici vanno in vacanza e
mi lasciano a casa dei nonni.
Va bene che fin da piccolo mi hanno
abituato che ogni domenica mi portavano a casa dei nonni insieme a loro
per il pranzo e quindi è un ambiente per me familiare. Va bene che la
nonna mi vizia e mi dà da mangiare sempre del gran pesce.
Però non mi
piace che improvvisamente la mia famiglia sparisca e io non ci capisco
niente poi riappare come nulla fosse e io dovrei fare anche il carino
secondo loro. Invece sono molto contento del loro ritorno ma maschero
questo sentimento per un po' facendo la faccia offesa e poi di solito
in mezzo alla notte mi corico su Cristina e comincio a "ronronare"
perdonando tutto.
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Da agosto 1999 per necessità perchè volevano
andare in montagna insieme ai nonni per vedere in Austria l'eclisse
totale di sole, mi hanno portato in vacanza con loro e da allora non
hanno mai smesso.
Non sono proprio contento ma preferisco così
che rimanere a casa in attesa del loro ritorno.
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Un anno che eravamo a
Cesenatico e Cristina aspettava Alice, ho fatto prendere un bello
spavento ai miei umani perché alla fine della vacanza proprio l'ultimo
giorno quando Cristina stava preparando le valigie, ho oltrepassato le sbarre
della ringhiera della terrazza e sono andato su un'altra terrazza che aveva
una scala che portava al pianterreno in strada.
Volevo solo dire ai miei umani che ero stufo di viaggi e di valigie e
volevo tornare a casa infatti mi sono fatto riacchiappare subito. |
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Ho sempre goduto di buona salute tranne qualche episodio
sporadico curato in poco tempo.
Solo in età avanzata ho cominciato ad avere qualche acciacco: i reni messi così
così, la pressione alta e soprattutto verso i quindici anni mi è venuto il
diabete. Una vera scocciatura! I miei veterinari (Marco, Gabriele e Giorgia) e
i miei amici umani si sono dati da fare: flebo sottocute di soluzione
fisiologica per "pulirmi" i reni, compressa alla sera per regolare la
pressione e iniezioni di insulina mattina e sera.
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Solo in età avanzata ho cominciato ad avere qualche acciacco: i reni messi così
così, la pressione alta e soprattutto verso i quindici anni mi è venuto il
diabete. Una vera scocciatura!
I miei veterinari (Marco, Gabriele e Giorgia) e
i miei amici umani si sono dati da fare: flebo sottocute di soluzione
fisiologica per "pulirmi" i reni, compressa alla sera per regolare la
pressione e iniezioni di insulina mattina e sera.
Ho anche subito un intervento chirurgico: mi hanno asportato un tumore
sottocute fortunatamente benigno. Ma che taglio, porca vacca!
Paolo e Cristina mi hanno
messo a dieta per via dell'insulina e mi hanno modificato gli orari dei pasti:
mangio solo due volte al giorno. Sigh!
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Da vecchietto mi sento abbastanza bene, certo non faccio più i
salti e le corse che facevo una volta, sono diventato molto tranquillo e
sopporto tutte le coccole anche dei cuccioli umani ma se mi trovo vicino un
naso, alcune volte lo mordicchio. Sono più saggio e più paziente.
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I miei amici mi hanno comprato una brandina
molto bassa comoda
nella salita e mi aiutano se ho bisogno di salire o scendere da posti
più alti come il divano o il lettone.
Mi coccolano tanto e Cristina mi
prende spesso in braccio e mi piace tanto quando lo fa.
Adesso che sono
anziano non riesco più a seguirla sempre come facevo prima e questo mi
dispiace ma lei lo ha capito e viene spesso vicino a me a sussurrarmi all'orecchio paroline dolci |
Non so più cosa scrivere. Concludo
questa mia biografia con una carrellata di foto di dolci coccole con la mia famiglia
umana a cui voglio tanto bene.
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P.S: purtroppo l'1 maggio 2007 Pompeo, il
nostro adorato micione, è morto. Ci rincuora il fatto che non ha
sofferto molto e che eravamo tutti in casa quando ha avuto la crisi.
Si è spento, poco dopo, nella clinica veterinaria in braccio a
Cristina.
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Ha lasciato un gran vuoto ma anche un mare di
ricordi in questi sedici lunghi anni di felice convivenza.
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Cristina, Paolo, Marco e Alice
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